Ci sono sere, come queste, in cui il buio della notte si trasforma in Luce.
La Luna diventa un faro illuminante. I Cantieri sono chiusi e io non Lavoro. Però… c’è sempre un però, qualcosa posso fare… la devo fare.
Si può spiegare un simbolo?
No.
Un simbolo lo si può vivere, intuire, sentirne l’aroma o la puzza… dipende dai casi.
Ma è solo lasciando che il drago si dimeni nel boccione verde dell’alchimista che riusciremo a vincere la voglia di spiegare.
Personalmente non amo i Gradi massonici. Non li amo nello stesso modo in cui non ho mai amato i Dan del Jitsu. Sono orpelli che ci portiamo dietro nel corso degli anni.
Io sono un 33° e tu?
Io non sono un c….o. Io sono e basta… ti pare poco?
Perché mettere limiti al nostro Essere? Perché catalogare qualcosa che non è catalogabile?
Ma che c’entrano i Gradi con la spiegazione inesistente?
C’entrano, perché ogni Grado è, per sua natura, una spiegazione. La pretesa spiegazione dell’inispiegabile.
Sulla vetta del monte Fuji siamo tutti uguali, e ci siamo arrivati indipendentemente dalla Via che abbiamo preso inizialmente. Massoneria, Martinismo, Yoga, Jitsu, Tao, Zen ecc… sono tutte Vie iniziatiche. Sono tutte Vie non spiegabili, che vanno vissute e basta.
Tante volte mi sono sentito chiedere: Maestro ma che cos’è lo Zen?
Come risposta ricevevano solo ed esclusivamente un sorriso.
Lo stesso vale in Massoneria: non è spiegabile, o meglio, la possiamo definire in maniera profana per i profani… ma per Noi no… per Noi non vale.
Noi abbiamo il dovere di sperimentare, scavare, cercare, vivere attimo per attimo quella trascendenza che solo verso la fine della Via potremo, forse, capire.
E una volta capita sapete che succederà?
Facile dierete: saremo arrivati in cima… al Grado più alto ci verrà svelato l’ultimo dei Segreti.
Purtroppo non è così. In cima al monte Fuji ci sono solo persone che ridono. Ridono di gusto.
Perché?
Perché la vetta è sempre stata sotto i nostri piedi… e noi abbiamo camminato per decenni per raggiungerla, non accorgendoci che ci stava appiccicata come la nostra ombra.
Ecco: la consapevolezza è una gran fregatura, direbbe un mio vecchio Maestro Zen.
Una volta che l’hai raggiunta non ti stupisce più nulla… ti resta solo la voglia di tenere in ordine il giardino e guardare gli altri scalare una montagna che non esite.
Quindi non chiedete spiegazioni, cercatele nel vostro VITRIOL… tutto è celato lì… sotto il vostro naso.
Un abbraccio.
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